Nel corso della sua visita a Parma, il Vice ministro all’Economia Enrico Morando si è recato presso la sede della cooperativa sociale Proges. Ad accoglierlo il Presidente Antonio Costantino, assieme al Direttore generale di Camst Antonio Giovanetti, al Presidente di Legacoop Emilia Romagna Giovanni Monti, il Presidente di Legacoop Emilia Ovest Andrea Volta, e al Presidente della banca di credito cooperativo di Parma Alfredo Alessandrini.
“Negli ultimi anni – ha dichiarato il Presidente Costantino – la cooperazione sociale è stata un elemento fondamentale del sistema di welfare nel nostro paese. Grazie al nostro apporto è stato garantito il mantenimento del livello dei servizi, anche in presenza di una diminuzione delle risorse pubbliche. Nei prossimi anni anche la sanità dovrà affrontare le stesse problematiche. È necessario che si crei una partnership virtuosa tra pubblico e privato sociale che vada in questa direzione, ed è necessario che lo Stato colga e valorizzi appieno l’attività di imprese che producono un forte impatto sociale come le nostre”.
“La costruzione del Gruppo Camst Proges – ha dichiarato il Direttore generale di Camst Antonio Giovanetti – è un esempio di capacità strategica e coraggio imprenditoriale, un esempio di imprese che fanno la loro parte per l’economia e la competitività del paese. Semplificazione, velocità e politiche fiscali adeguate sono invece la parte che deve fare lo Stato per noi”.
“Il vecchio modello di stato sociale che abbiamo creato nel novecento – ha risposto il viceministro – è entrato in crisi. Sono rimasti anzi sono cresciuti i bisogni, i rischi sociali a cui cercava di rispondere, ma sono diventate inadeguate le risposte. Penso innanzitutto al rischio di ignoranza, cruciale nella società della conoscenza, e il rischio salute e vecchiaia, in un quadro demografico e epidemiologico in grande sofferenza. È necessario integrare e intrecciare le risposte dello stato e le risposte di quegli strumenti nati in autonomia come la cooperazione e che oggi diventano risorse cruciali. Per fare questo però è fondamentale abbassare la pressione fiscale su lavoro e imprese, che è la più alta in Europa, e innanzitutto di quelle imprese che rispondono a bisogni sociali come la vostra. Le riforme di questi anni riguardanti Irap, Ires e welfare aziendale sono andate in questa direzione, ma non basta. Stiamo lavorando su una riduzione strutturale dei contributi previdenziali tramite fiscalizzazione che potrà portare a un progressivo abbattimento di 4/5 punti della pressione fiscale sul lavoro, per arrivare ad essere in linea con paesi come la Germania. L’altra questione cruciale è la riforma della pubblica amministrazione, il cui cattivo funzionamento finisce per impattare su di voi e sui cittadini, che è stata avviata con la riforma Madia, ora però dobbiamo arrivare a quantificare nel medio e lungo periodo gli effetti delle azioni pianificate, per ottenere reali miglioramenti dell’efficienza della pubblica amministrazione”.