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Il 12° congresso di Legacoop Emilia-Romagna. È aumentata l’occupazione complessiva

Sono 1.110 imprese, occupano 130.000 addetti (200.000 addetti considerando anche le controllate), sviluppano globalmente 27,7 miliardi di euro (42 miliardi di euro includendo le controllate) e contano circa 2,7 milioni di soci: è con questi numeri che Legacoop Emilia-Romagna riunatsi in congresso per il 12° congresso.
 
«La crisi ha stimolato le cooperative a intraprendere strade nuove, anche grazie al sostegno dei nostri strumenti destinati all’innovazione e a risorse pubbliche – ha ricordato il presidente dell’associazione Giovanni Monti, candidato a un secondo mandato –. La buona occupazione, in un contesto di sostenibilità, resta la priorità: al mantenimento dei posti di lavoro abbiamo sacrificato in questi anni parte dei patrimoni e marginalità, ma questo comportamento è parte essenziale della nostra identità di cooperatori che cercano sempre di non lasciare solo nessuno».
 
Tra il 2008 e il 2017 le associate a Legacoop Emilia-Romagna mostrano un saldo positivo per l’occupazione pari a +14.000 unità (a fronte di +10.000 unità tra le restanti forme di impresa), concentrate soprattutto nel comparto dei servizi e delle sociali. Queste ultime hanno un ruolo essenziale nel Welfare regionale e contano 37.000 soci lavoratori ai quali vanno aggiunti altri 2.400 soci svantaggiati e 36.000 soci volontari.
 
«Vogliamo facilitare maggiormente l’ingresso e il ruolo delle donne e dei giovani in cooperazione – ha affermato il direttore di Legacoop Emilia-Romagna Igor Skuk –. Le persone tra i 25 e i 34 anni costituiscono il 14,5% degli occupati e gli under 25 sono solo il 2,6%. Le donne formano il 60% degli addetti contro una media regionale tra tutte le imprese del 42,6% . Un ottimo risultato in termini quantitativi, ma quanto più si sale nella scala delle responsabilità, tanto più questa presenza diminuisce: le donne rappresentano solo il 22% degli amministratori. C’è ancora molto da fare sul terreno della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro».
 
«Dobbiamo costruire pezzi nuovi della nostra identità, donne e giovani devono essere tra i protagonisti principali in questo percorso – ha sottolineato Monti –. Così come è essenziale il protagonismo dei cittadini, ad esempio per dare vita, assieme alle istituzioni, a grandi processi di rigenerazione urbana e di riqualificazione dei territori. L’Emilia-Romagna, anche grazie al Patto per il lavoro voluto fortemente dalla Regione, con la Lombardia e il Veneto è tra le regioni che meglio hanno affrontato la crisi e prima di altre hanno agganciato il trend della ripresa. Oggi c’è molta preoccupazione: i venti della recessione spirano anche sull’Europa e questo significa che l’Italia, strutturalmente più fragile, sentirà più di altri Paesi gli effetti del rallentamento dell’economia mondiale, mentre il Governo sembra essere ancora preda dell’immobilismo. Va bene l’annunciato sblocco, dopo messi di stop, di alcuni cantieri, ma non vediamo un’organica politica industriale e neppure quei provvedimenti fiscali che potrebbero dare fiato alle imprese, all’occupazione e ai consumi interni».
 
Tra i temi che saranno tra le basi per le attività dei prossimi quattro anni, uno spazio importante lo avranno i temi della salute e della spesa sanitaria e i cambiamenti demografici con un significativo incremento della longevità: due terreni che, in maniera diversa e spesso contigua, sollecitano forme nuove di cooperazione, imprenditoriale e non, tra cittadini.
 

Giovanni Monti è stato confermato presidente di Legacoop Emilia-Romagna per i prossimi quattro anni di mandato. La nomina da parte della direzione è avvenuta al termine dei lavori del 12° Congresso dell’Associazione che si sono tenuti presso l’Auditorium Unipol a Bologna.

«Sono molto grato alla direzione per avere valutato positivamente il lavoro svolto nei primi quattro anni e per avere rinnovato la propria fiducia – ha detto Giovanni Monti –. Si tratta del riconoscimento di un lavoro collegiale che ha visto protagonisti settori, territori e cooperative. Un metodo che proseguirà, anche rafforzando la regionalizzazione della nostra associazione per offrire un punto di riferimento più forte e coerente alle cooperative e ai territori».

«Sento intera la responsabilità e l’onore di presiedere un’associazione che, per qualità e radici della cooperazione, è la più rappresentativa in Italia e tra le più significative nel mondo. Tutti e tutte assieme – ha concluso Monti – possiamo offrire molto alle nostre comunità, nel segno del benessere e della sostenibilità ambientale e sociale e proseguendo l’impegno per creare con Confcooperative e Agci una unica centrale cooperativa».