Si è concluso il corso di formazione “I confini mobili dell’illegalità. Fattori di vulnerabilità, aree grigie, processi di diffusione del crimine organizzato”, promosso da Legacoop Emilia Romagna e da Legacoop Emilia Ovest, e organizzato da Quadir. L’iniziativa, che si è svolta nella sede di Legacoop a Reggio Emilia, ha visto la collaborazione del Laboratorio di Analisi e Ricerca sulla Criminalità Organizzata dell’Università di Torino (Larco).
L’obiettivo del corso era quello di ricostruire i meccanismi di funzionamento delle pratiche criminali che possono coinvolgere il mondo della cooperazione e che tendono a falsare le regole della concorrenza, da un lato premiando chi aderisce a forme scorrette e violente, dall’altro scoraggiando l’iniziativa economica ascrivibile a una leale competizione.
Il professor Rocco Sciarrone dell’Università di Torino e suoi collaboratori (Vittorio Mete dell’Università di Catanzaro, Vittorio Martone dell’Università di Napoli Federico II), e Graziana Corica, dell’Università degli Studi di Firenze) si sono alternati in due giornate di lezioni, con momenti dedicati alla discussione e all’emersione delle buone pratiche realizzate dalle cooperative presenti al corso
Tra i temi affrontati, sia i processi di diffusione del crimine organizzato in Italia e in specifiche aree della regione cosi come la formazione temporale, sia le caratteristiche delle diverse aree grigie presenti nel modo dell’economia e della politica che interagiscono con essa e i fattori di vulnerabilità del crimine e delle singole imprese. Le singole lezioni sono state dedicate a “Legale e illegale tra politica ed economia”,”Corruzione e crimine organizzato: dinamiche, meccanismi, attori e contesti”, “L’area grigia: contiguità, complicità, collusione”, “La lotta alla mafie tra movimenti e istituzioni”, “Le mafie nelle aree non tradizionali: fattori di contesto, strategie criminali e azione antimafia”, “La presenza mafiosa in Emilia-Romagna”, “Un caso emblematico: la ‘ndrangheta a Reggio”.
I partecipanti al corso sono stati 25, provenienti da cooperative di produzione lavoro, abitazione, servizi, sociali e agroindustriali, con funzioni di presidenza, vigilanza, legale, risorse umane, finanza, contratti, appalti, qualità, acquisti, vendite, recupero crediti, amministrazione, responsabilità sociale e audit.
La soddisfazione per le analisi e per l’approccio metodologico è stata dimostrata dall’atteggiamento dei partecipanti che hanno dialogato e si sono confrontati con i relatori, alla presenza anche di Roberto Meglioli che si occupa di cultura della legalità per Legacoop Emilia Ovest.