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DIREZIONE NAZIONALE – Question time con il viceministro dell’economia Misiani

Il decreto Rilancio, approvato mercoledì 13 maggio dal Consiglio dei ministri, è stato al centro del lungo intervento del viceministro Misiani, che – nel corso della Direziona nazionale – ha subito voluto ringraziare Legacoop per il contributo puntuale e costruttivo che ha fornito al governo nella fase di elaborazione del provvedimento. “Poche realtà sono riuscite a esprimere una visione della traiettoria da seguire per uscire dalla crisi sanitaria, economica e sociale”, ha detto, “il vostro è il contributo di chi sa di essere classe dirigente e di avere una visione generale e fattuale del futuro”.

“Abbiamo una straordinaria possibilità: cambiare il Paese”, ha sottolineato il viceministro. “Siamo nella Fase 2 e ci accingiamo a nuove aperture senza un vaccino né una cura per il Covid-19. E siamo anche in una fase complicata: viviamo la peggiore crisi dalla Seconda guerra mondiale a oggi”; Legacoop stima una perdita di Pil di 10 punti percentuali, il Def di 8, la Commissione Ue di 9,5, e  “la crisi economica può diventare crisi sociale. Dobbiamo quindi lavorare tutti insieme per far atterrare sul nostro tessuto tutte le norme che abbiamo varato finora”. Sommando i provvedimenti approvati finora dal governo, ha ricordato il viceministro, “abbiamo messo in campo 75 miliardi di euro, la manovra economica più grande che l’Italia abbia mai varato; vale 4.5 punti di Pil, equivale alla dimensione della manovra tedesca, i due strumenti normativi per fronteggiare la crisi più ampi d’Europa”.

A proposito di Unione europea, Misiani ha voluto ricordare che dopo una reazione fredda rispetto alle richieste di aiuto da parte dell’Italia, e quando il virus ha cominciato a diffondersi in maniera massiccia in tutto il Vecchio Continente, le istituzioni europee hanno messo in campo misure importanti e convincenti: l’intervento della Bce, lo Sure, il ricorso al Mes e in ultimo il Recovery fund. “Voglio ricordare che una mancata risposta o una risposta inadeguata da parte dell’Europa sarebbe costata 2.900 miliardi di euro di minor crescita nei prossimi 15 anni, questo sarebbe stato il costo del sovranismo”. Dopo una carrellata sulle misure contenute nel decreto Rilancio, si è svolto un question time durante il quale il viceministro ha risposto alle domande che gli hanno rivolto i vertici dell’Associazione, di cui si riporta di seguito una sintesi.

Appalti: saranno ampiamente trattati nel decreto semplificazioni, Misiani ha però invitato a valutare positivamente l’art. 242 del decreto Rilancio che contiene un ampio ventaglio di semplificazioni utili anche per il settore delle costruzioni.
 

Carico fiscale: è necessario prevedere l’alleggerimento per il ceto medio, perché se questo si indebolisce, è a rischio la tenuta sociale del nostro Paese.
 

Cig: non è accettabile che sia a carico delle imprese; l’accordo con le banche è stato fatto ma il viceministro ha detto di essere consapevole che va a corrente alternata. “Sono dell’idea”, ha detto, “di percorrere tutte le strade possibili per concorrere all’anticipazione delle somme; so che anche alcuni Comuni si sono attivati in questo senso”.
 

Contagio come infortunio sul lavoro: si tratta di una norma che va rivista in sede parlamentare perché non si ha, né si può avere certezza di come un lavoratore possa aver contratto il virus.
 

Divieto di licenziamento: in sede parlamentare, ha chiarito il viceministro, “potremo modificare la norma prevedendo che sia consentito il licenziamento in assenza di opposizione”.
 

Ecobonus e sismabonus: sono due norme utili e importanti, sono destinate a persone fisiche ma sono cedibili a banche e intermediari finanziari. in generale sulla sostenibilità abbiamo forse fin troppi documenti strategici. Abbiamo invece necessità di un luogo di incontro in cui si ragioni sulle visioni e sulle strategie di tutti gli attori, per arrivare a una sintesi concreta.
 

Misure di rafforzamento della aziende in crisi: dall’articolo è stato stralciato il comma elativo al workers buy out “ma intendiamo reitrodurlo”.
 

Ricapitalizzazione delle imprese: le misure contenute nel decreto consentono un intervento dello Stato nella direzione della patrimonializzazione attraverso strumenti ibridi, ovvero l’acquisto di titoli evitando appunto una presenza invasiva. “Certamente la patrimonializzazione delle imprese è un nostro storico limite”, ha ammesso Misiani, “concordo nel dover fare tutto ciò che è in nostro potere, e condivido questa visione anche con Gualtieri e con gran parte del governo.