Le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Unindustria, Legacoop Emilia Ovest, Cgil e Cisl, si sono confrontate sul “Processo Aemilia”, con particolare riferimento al luogo in cui lo stesso si dovrebbe svolgere.
E’ emerso, come del resto nelle settimane scorse, un chiaro intento a sostenere a gran voce la permanenza del processo nella sua sede naturale di Reggio Emilia, e un richiamo forte alle Istituzioni, a partire dal Ministero di Grazia e Giustizia, affinché facciano tutto ciò che serve per mantenere fermo questo obiettivo.
La questione, di per sé, non ha solamente un valore di natura giuridica (i processi si debbono svolgere dove si sono determinati i fatti criminosi) ma ne assume chiaramente anche uno di natura simbolica. “Dibattere a Reggio Emilia di come le organizzazioni criminali si sono ramificate sul territorio – è la posizione dei sindacati e delle associazioni di categoria – risulta un utile e significativo elemento conoscitivo, per avviare un percorso culturale teso a rinvigorire gli anticorpi legali che la società reggiana certamente possiede“.
E’ quindi un dovere delle organizzazioni economico-sociali partire dalla sede del processo per mettere in campo una serie di iniziative e azioni concrete tali per cui vi sia una reazione e una risposta in grado di contrastare un fenomeno che si è sviluppato negli anni sul nostro territorio: una mafia che in genere non spara ma usa mezzi societari e finanziari per ottenere un radicamento sconosciuto ai più. Il processo quindi non può rappresentare la fine di un fenomeno che si è generato negli anni. Certamente si tratta di un colpo decisivo alle organizzazioni n’andranghetiste (per il quale va un forte ringraziamento alla Magistratura e alle forze investigative) ma, come è noto, le stesse sono in grado di rigenerarsi con facilità ed è quindi fondamentale lavorare sulla cultura della legalità e dell’antimafia, affinché le attuali come le nuove generazioni si dotino di veri anticorpi quotidiani.
Le organizzazioni economico-sociali ribadiscono quindi la necessità di sostenere il dibattito tutt’ora in corso, promuovendo ulteriori occasioni di confronto nella opinione pubblica, per mettere in campo tutte le risorse necessarie, a partire dalle istituzioni, e perchè il processo si svolga a Reggio Emilia.