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Assemblea delle cooperative sociali: presentati i dati, gli obiettivi raggiunti e i prossimi traguardi. Tiene l’occupazione nonostante la flessione del valore di produzione

La cooperazione sociale di Legacoop Emilia Ovest si è riunita in assemblea presso l’Istituto Cervi, nel trentennale della legge 381 del ’91 che la disciplina. Il momento è significativo, trovandoci nel mezzo di una congiuntura segnata dall’emergenza Covid, le cui conseguenze riverberano a tutti i livelli, sanitario, economico e sociale, e impattano su tutti i settori, su alcuni con maggiore incisività, a partire proprio da quello della cooperazione sociale, impegnata in servizi primari per le comunità, come l’assistenza e la cura degli anziani, l’educativo e l’inclusione.
Sono 62 le cooperative insediate nelle province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, per un totale di quasi 11mila soci e circa 13.800 occupati, in leggera crescita rispetto al 2019, una tendenza che si conferma dal 2015.
Le coop di tipo A, che svolgono attività socio-assistenziale e educativa, sono 29. Mentre quelle di tipo B attive nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate sono 23. Infine i consorzi sono 10.
Il trend del valore aggregato della produzione risente della crisi pandemica: da 505milioni di euro registrato nel 2019 pre-Covid è sceso a 463 milioni nel 2020. Quindi, dopo diversi anni di crescita, un segno negativo, confermato dalla flessione del bilancio d’esercizio.
All’assemblea hanno portato il saluto Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, Marco Bosi, vicesindaco del Comune di Parma, Federico Amico, consigliere regionale e componente Commissione Lavoro e Commissione Politiche Sociali, e Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Cervi, che hanno sottolineato il ruolo cruciale della cooperazione sociale nella tenuta del tessuto territoriale.
Edwin Ferrari, presidente Legacoop Emilia Ovest, ha dichiarato: “La cooperazione è fatta di persone e di lavoro. La cooperazione sociale risolve problemi di cura, di inclusione, di coesione con qualità, professionalità e passione. C’è una battaglia culturale da intraprendere: mostrare l’orgoglio di far parte di questo mondo, così determinante nel sistema di welfare, come dimostrato nella quotidianità dei servizi ed emerso con maggiore evidenza nel lungo periodo pandemico. I nostri obiettivi associativi sono rafforzare la rete e l’integrazione, difendere le nostre peculiarità e distintività contrattuali”.
Sono intervenute le cooperative e si sono succeduti i relatori, a partire da Loretta Losi, responsabile cooperazione sociale di Legacoop: “Abbiamo dato corso all’applicazione del nuovo CCNL senza sconti o rinvii. Abbiamo anticipato quasi al 100% il fondo di integrazione salariale per non lasciare i nostri soci privi di qualsiasi reddito. Ora, in uscita dalla fase più acuta, lanciamo il grido di allarme sulla mancanza di personale drenato dal pubblico, e rivendichiamo il nostro contributo fondamentale ai tavoli di coprogettazione al fianco dei Comuni nel ridisegno dei servizi”. Sara Manfredini di Legacoop ha illustrato i dati e i focus del PNRR e Next generation EU: “I piani di investimento mettono al centro l’innovazione e l’inclusione sociale, chiamando di fatto i soggetti del Terzo Settore a diventare attori protagonisti nell’attivazione delle comunità e generatori di risorse relazionali e immateriali”.
Alberto Alberani, Responsabile regionale e vicepres. nazionale Legacoopsociali ha presentato il documento congressuale: “Nella scia del cambiamento, sospinto da più fronti, verso un sistema sociale ed economico sostenibile e avverso alle disuguaglianze, si rinnova l’impegno di missione e l’agire imprenditoriale della cooperazione sociale che guarda al futuro”.

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