“Per la storica cooperativa Cila di Novellara il 2016 è stata una annata record per le produzioni e per la ripresa della marginalità”: cosi il presidente Graziano Salsi ha definito i dati a preconsuntivo nel corso dell’assemblea che si è tenuta nei giorni scorsi.
I risultati più significativi raggiunti dalla cooperativa agricola riguardano l’aumento dei ricavi: +1.1 ml di euro portandosi a 15.2 ml, ottenuti da una maggiore produzione in tutti i settori aziendali e anche da una ripresa dei prezzi di vendita del latte per il Parmigiano Reggiano e dei suini vivi. Un fatturato ben diversificato composto per il 48% dal latte e per il rimanente 52% dai settore dei suini, terreni, agroenergia e dal negozio di vendita di carni insaccati e ”Parmigiano Reggiano” provenienti dal ciclo aziendale. I consumi sono rimasti stabili se non in diminuzione per effetto della minore incidenza sugli incrementi produttivi. I costi di gestione e dei servizi hanno avuto dei leggeri decrementi. Da segnalare il margine operativo ebit che è raddoppiato passando da 670.000 euro a 1.226.000. segnando il ritorno accentuato della marginalità e conseguentemente alla riduzione progressiva dell’indebitamento, in linea con il piano 2015/2017. Tutti gli indici finanziari sono in netto miglioramento. I soci lavoratori sono 59 di cui 46 a tempo indeterminato. Gli indici di produttività del lavoro sono buoni e sono stati sostenuti e incentivati dalla politica del premio di risultato a obiettivi per settore che, visti i risultati ottenuti, genereranno l’equivalente medio di una mensilità.
“Questo risultato –ha continuato Salsi – deriva da vari fattori. Innanzitutto dall’incremento della produzione del latte destinato a Parmigiano Reggiano che passa da 129.365 ql del 2015 a 137.430 del 2016, classificandoci come il primo allevamento del comprensorio per quantità di latte prodotto. E poi dal numero di suini pesanti caratterizzati dalla filiera no ogm passati da 11.394 dello scorso anno a 14.000 del 2016 per un complessivo di carne prodotta pari a 17476 ql. Le produzioni di campagna hanno avuto tutte una forte ripresa produttiva rispetto all’annata 2015 molto problematica per le avverse condizioni climatiche. Il settore agroenergetico relativo all’impianto di biogas con potenza di 1 mgw elettrico ha traguardato il 4° anno consecutivo di attività, essendo entrato in funzione nell’agosto del 2012, e grazie alla spiccata marginalità funge da integrazione della redditività della cooperativa proprio quando i mercati dei prodotti tipici segnano il passo come negli ultimi anni nel caso del Parmigiano Reggiano. Questa marginalità consente nel nostro caso – ha aggiunto il presidente di Cila – di raggiungere in anticipo il tempo di recupero dell’investimento inizialmente previsto in 7 anni”.
L’assemblea dei soci ha preso in esame anche le prime linee di lavoro per il 2017 proposte dal consiglio di amministrazione che si svilupperanno nel solco del consolidamento e del miglioramento delle produzioni raggiunte seppur prevedibili in misura meno consistente dell’anno appena trascorso, contando soprattutto sugli investimenti degli ultimi anni che hanno consentito alla cooperativa di raddoppiare il valore della produzione. “Gli investimenti – ha continuato Salsi – riprenderanno nel corso del 2017 in modo graduale ed oculato riguardando soprattutto l’innovazione della meccanizzazione per colture erbacee con riferimento alla produttività, qualità e bassi impatti ambientali, ristrutturazioni e manutenzioni straordinarie di impianti aziendali per l’efficentamento produttivo dei vari settori aziendali, avvalendoci anche delle opportunità contributive provenienti dalla prossima emanazione dei bandi sul Piano di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna”.
“Sul fronte del mercato del Parmigiano Reggiano – ha detto Salsi – si registra una progressiva salita delle quotazioni alla quale ha contibuito sopratutto un mutato scenario nella produzione del latte a livello europeo, ma anche una straordinaria capacità strategica del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano che si è contraddistinta positivamente nella attuazione dei piani produttivi per regolare l’offerta in base ai consumi, nell’approvare il nuovo disciplinare che lega maggiomente al territorio il nostro prodotto tipico e nel proporre ai caseifici e agli operatori commerciali investimenti straordinari nella promozione in Italia e all’estero e controlli piu stringenti nei prodotti senza crosta. In questo quadro economico di settore possiamo contare – ha concluso Salsi, anche nel suo ruolo di presidente della Latteria Sociale S. Giovanni della Fossa – su una struttura di trasformazione fra le prime nel comprensorio per qualità e dimensioni e che accompagneremo con progetti di innovazione di processo e miglioramento strutturali in grado di maggiorare i riparti del latte conferito dai soci stessi. La politica commerciale delle oltre 36.000 forme annue prodotte comprende la vendita di due terzi a 12 mesi di stagionatura e del restante terzo a 24mesi diversificando la vendita a soggetti privati e cooperativi”.