Ricavi a 618 milioni di euro (+6%) con un utile netto di 12,2 milioni di euro. Sono questi gli obiettivi del Gruppo CIR food illustrati ai soci, in occasione della presentazione del piano di sviluppo 2017 tenutasi a Reggio Emilia. Un anno decisivo nel percorso di crescita del Gruppo di ristorazione che vedrà un incremento significativo degli investimenti, pari complessivamente a 40,5 milioni di euro, con un consolidamento della leadership nella ristorazione collettiva ed una particolare attenzione al segmento commerciale, cui saranno destinati 10 milioni di euro.
In un mercato di fatto fermo sul fronte della ristorazione collettiva (-0,3% lo scorso anno), CIR food ha deciso di mettere in campo gli oltre 40 anni di esperienza e risorse adeguate per incrementare la propria attività nel settore commerciale. È qui che si registra, infatti, una crescita costante nell’ultimo triennio (+9,6%) con un valore complessivo di 4,2 miliardi di euro nel 2016, di poco inferiore ai 4,8 miliardi della collettiva (dati Cerved-Databank).
“Nel 2017, in linea con gli obiettivi strategici, rafforzeremo con importanti investimenti la nostra leadership nel segmento scuola e sociosanitario, intensificando la nostra presenza nel mercato privato, con un focus particolare sulla ristorazione aziendale e sui servizi welfare – dichiara Chiara Nasi, Presidente CIR food –. Proseguiremo sulla strada tracciata dal nostro piano di sviluppo che ci porterà a crescere soprattutto nel settore commerciale. Gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere sono supportati dalla nostra identità fondata su cibo, cultura e persone che operano con la volontà di rendere accessibile a tutta la comunità il piacere e la qualità della nutrizione”.
Nel 2017 la ristorazione scolastica continuerà ad avere un ruolo centrale nell’attività di CIR food, con la promozione del proprio modello incentrato sulla crescita culturale e sull’acquisizione di corrette abitudini alimentari. Il fatturato complessivo sarà di circa 195 milioni di euro.
L’asse sociosanitario della ristorazione collettiva è quello in cui CIR food si è sviluppata maggiormente negli ultimi anni, e nel 2017 il Gruppo si concentrerà su opportunità di sviluppo più redditive e su nuovi processi produttivi, come il refrigerato. Il fatturato dovrebbe attestarsi sui 135 milioni di euro.
Nel 2017 CIR food intensificherà la presenza nel mercato privato, incrementando i suoi investimenti nella ristorazione aziendale e nei servizi welfare, privilegiando le imprese che condividono l’importanza di una ristorazione di qualità come benessere per i propri lavoratori. In questo segmento si stima un fatturato di 80 milioni di euro.
Nel segmento dei buoni pasto Bluticket, la strategia 2017 prevede il superamento del solo ticket per il pasto, grazie all’implementazione di ulteriori servizi di welfare aziendale. Il fatturato si attesterà intorno ai 78 milioni di euro con 14 milioni di buoni pasto erogati.
Entro dicembre CIR food, che vanta una rete di oltre 100 locali commerciali, aprirà 10 nuovi store con le insegne Aromatica, Chiccotosto, Let’s Toast, Viavai, La Polpetteria, concept innovativi con tutte le carte in regola per competere con i big del settore nel travel retail e nelle gallerie dello shopping. Dal segmento commerciale sono attesi ricavi pari a 71,8 milioni di euro (+10%), obiettivo che da piano strategico, al 2020, è fissato a 120 milioni di euro.
Nel 2017 CIR food preparerà un totale di 88,5 milioni di pasti all’interno delle 1.300 cucine presenti in 16 regioni italiane.
Fra le nuove gestioni del Gruppo CIR food avviate quest’anno, si annoverano i servizi di ristorazione per grandi aziende come Bulgari (Valenza), Montenegro e Philiph Morris a Bologna, Tetra Pak (Rubiera), ThyssenKrupp (Terni), Italiana Coke (Savona), Mino (Alessandria), per le scuole di Pisa e per l’ospedale di Cremona.
I 12.000 dipendenti, di cui 6.865 soci, rappresentano il reale vantaggio competitivo di CIR food. L’impresa continuerà ad investire in progetti di formazione e aggiornamento professionale, oltre che in innovazione e ricerca per la riduzione dei consumi e degli sprechi alimentari, di nuovi sistemi di produzione/conservazione e di digital innovation.