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Educazione e welfare – Comune di Reggio e Cooperazione rimodulano i servizi socioassistenziali ed educativi

Un Protocollo tra Comune di Reggio Emilia, Legacoop e Confocooperative ridefinisce i servizi per minori, famiglie, disabili e anziani. Garantiscono vicinanza, monitoraggio e continuità alle persone più fragili in epoca Covid-19. Costituiscono anche un valido supporto al sostegno occupazionale del settore

Reinventare l’assistenza a distanza, ovvero rimodulare i servizi di natura educativa e socioassistenziale. Sono questi gli obiettivi contenuti nel Protocollo sottoscritto da Comune di Reggio, Legacoop e Confcooperative per far sì che, nonostante le restrizioni legate al contenimento del Coronavirus, coloro che normalmente usufruiscono di tali servizi – bambini, ragazzi  e famiglie, disabili, anziani – non siano “confinati” in una ulteriore situazione di fragilità. Oggi le distanze fisiche rischiano di trasformarsi infatti in distanze sociali particolarmente gravose sulle fasce più deboli e, proprio per questo e in questo frangente a maggior ragione, i servizi educativi, socio assistenziali e socio educativi possono costituire un’importante leva strategica per costruire coesione, senso di comunità e continuare a tenere “agganciate” le situazioni più difficili.
In questo contesto è nata quindi l’esigenza di ripensare il sistema dei servizi, rimodularlo secondo le diverse situazioni ed esigenze per continuare a raggiungere tutti. Fin da subito – tra fine febbraio e marzo – le diverse realtà cooperative che lavorano con il Comune in questi ambiti hanno riformulato il proprio impegno per arrivare a costruire un sistema che oggi è stato messo a regime e che proseguirà finché permarrà l’attuale stato di emergenza o finché non si potrà riprendere a lavorare in presenza negli stessi luoghi.
 
“Abbiamo voluto tutelare l’idea stessa di comunità e, pur nella difficoltà di mantenere i servizi durante la fase di emergenza, abbiamo scelto di offrire alla nostra città strumenti relazionali adeguati ai tempi che stiamo vivendo. Le attività di socializzazione e relazionali, anche a distanza, hanno un valore significativo nel sostegno alle famiglie e alle persone per ridurre l’isolamento sociale che non possiamo sottovalutare, ma al contrario dobbiamo attivamente praticare – dicono gli assessori comunali Raffaella Curioni (Educazione) e Daniele Marchi (Welfare) – Le misure introdotte, non da ultimo, permettono di continuare a sostenere parte del sistema del welfare locale salvaguardando imprese, operatori e risorse in esso impiegati attraverso la creazione di un modello di lavoro collaborativo che si è saputo riprogettare in tempo reale”.
 
Edwin Ferrari, presidente Legacoop Emilia Ovest, sottolinea: “In un’emergenza complessa e prolungata come quella che stiamo vivendo è fondamentale stare dalla stessa parte. La cooperazione è un soggetto integrante dell’economia e del benessere sociale dei nostri territori. In questo caso specifico, la cooperazione sociale, oggi più che mai, ha mostrato e mostra il suo valore e il suo contributo, è un pilastro del welfare in grado di dare un apporto significativo e proattivo. Ringraziamo le cooperative per gli sforzi straordinari messi in campo in questa contingenza difficile”.

Loretta Losi, resp. settore sociale Legacoop commenta: “Crediamo sia la strada giusta, in linea con la nostra volontà di rappresentare un partner di coprogettazione in tutti i settori che vedono Pubblica Amministrazione e Cooperazione coinvolte in iniziative, servizi e programmi a sostegno della comunità, delle persone e dei loro bisogni. Ci facciamo sostenitori e promotori di un approccio collaborativo finalizzato al bene comune. Il percorso intrapreso con il Comune di Reggio Emilia e Confcooperative è un importante passo avanti nella direzione di trovare soluzioni condivise ai problemi, alla gravosa situazione in cui si trovano i soggetti più fragili e le loro famiglie. Consideriamo quindi il protocollo un punto di partenza e una cornice che ci consentirà di programmare il futuro in modo più sereno con la consapevolezza di avere al nostro fianco le Istituzioni Pubbliche e il Comune di Reggio in particolare. Questo protocollo rappresenta un modello virtuoso, a dimostrazione dell’efficacia della modalità di lavoro costruita”.
 
I NUOVI SERVIZI – Nello specifico la direzione intrapresa è quella di rimodulare i servizi educativi territoriali e non (Sei, Get, doposcuola, etc.) in servizi a distanza attraverso l’utilizzo degli strumenti digitali, sia ricreando situazioni collettive con chiamate di gruppo, sia attraverso contatti individuali personalizzati. Lo stesso dicasi per i servizi educativi forniti a bambini e ragazzi con diritti speciali, per i quali la sospensione prolungata del percorso educativo è particolarmente problematica, per i quali, in accordo con le famiglie, sono stati individuati percorsi personalizzati sia con contatto telefonico e/o con videochiamata, sia con visite individuali domiciliari.
Rispetto ai servizi forniti nei centri diurni, ai servizi socio occupazionali e del tempo libero, per evitare il più possibile gli spostamenti verso le strutture normalmente adibite al servizio, le attività sono state trasferite su telefonate, videochiamate, piattaforme digitali. Con queste stesse modalità sono stati ripensati anche i servizi destinati a minori e famiglie e i servizi per il contrasto della marginalità, per i quali in aggiunta sono stati previsti anche incontri domiciliari o incontri su appuntamento all’interno di strutture (nel rispetto delle prescrizioni sanitarie).
 
ALCUNI DATI – Il Protocollo che entra ora in vigore avrà valenza retroattiva e consentirà di riconoscere anche le attività, non marginali, già svolte in forma sperimentale a fine febbraio e in marzo.
A titolo di esempio, nei mesi di marzo e aprile, i servizi educativi territoriali per la fascia d’età 6-14 anni hanno impiegato una media di 56 educatori, i servizi per l’integrazione scolastica per la fascia 6-18 anni una media di 137 educatori e generato un fatturato complessivo per le società gestrici dei servizi di 488mila euro. Per la fascia 0-6 anni invece sono state impiegate 80 persone al mese per un investimento, tra riprogettazione dei servizi educativi e costi generali di struttura, di 154mila euro mensili.
Per i servizi destinati ai disabili, sempre con riferimento ai mesi di marzo e aprile, si parla invece di circa 100 persone impiegate appartenenti a 8 diverse realtà cooperative e a circa 320mila euro di investimenti.