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“Màt Sicuri, l’ultimo Diogene”, il docufilm premiato al Ferrara Film Festival

Se nomini “Màt” Sicuri a Parma, è facile incontrare sguardi che si fanno attenti in cerca di quell’immagine simbolo che lo rappresenta con la sua bicicletta carica di cartoni, immortalata nella statua di bronzo in piazzale della Macina (dello scultore Maurizio Zaccardi) e nelle tante fotografie appese in diversi locali della città.
Lo si potrebbe definire “personaggio” ma il termine è troppo caricaturale e in verità non gli si addice, perché Enzo Sicuri è stato prima di tutto e soprattutto una persona, un uomo vissuto per strada e accolto dalla comunità come concittadino speciale.
Da questi presupposti è nato il progetto “Màt Sicuri, l’ultimo Diogene”, il docufilm che narra la storia di Enzo Sicuri, nato dall’idea e dalle penne dei giornalisti Francesco Dradi, Fabrizio Marcheselli e Antonio Cavaciuti, e prodotto dagli autori stessi attraverso la cooperativa Chiara Comunicazione. L’anno di inizio del progetto corrisponde al trentennale della morte del popolare clochard parmigiano, 2018. Nell’arco di 12 mesi intensi di lavoro, il prodotto ha visto la luce. Contiene l’audio inedito dell’unica intervista concessa da Sicuri negli anni ’80 all’artista Tiziano Marcheselli – grazie all’intercessione della volontaria Giovanna Lanati , foto originali, documenti rari e le testimonianze di chi ha condiviso scampoli di tempo con lui.
Il successo del docufilm è testimoniato dalla grandissima e imprevista partecipazione alle quattro proiezioni programmate al Cinema Astra (una sola, come da iniziale programma, non è bastata a contenere tutto il pubblico interessato). “Non ci aspettavamo così tanto interesse” dichiarano gli autori “Sapevamo che “Màt” Sicuri era rimasto nella memoria di molti parmigiani, ma abbiamo scoperto che aveva lasciato un segno anche nel cuore di questa città, tanto da spingere 900 persone al cinema”.
“In verità già al lancio del crowdfunding per la realizzazione del film” proseguono “ci sono stati segnali di attenzione e generosità. Proprio grazie alle donazioni di decine di persone comuni, ci siamo convinti ad andare avanti con il progetto, coinvolgendo poi le aziende in questa raccolta fondi che ha visto anche un contributo significativo da parte del movimento cooperativo: Coop Alleanza 3.0, La Giovane, Multiservice, Cigno Verde, Parma 80”. Loretta Losi di Legacoop Emilia Ovest ha commentato: “Questa idea mi ha entusiasmato fin dall’inizio, per la sua profonda umanità e valorizzazione dello spirito solidaristico”.
Quale è il messaggio portante di questo racconto? “Abbiamo voluto creare un evocativo trait d’union tra la Parma di una volta e quella contemporanea, dal grande giornalista Giorgio Torelli ai titolari di storici negozi del centro. È un messaggio corale che recupera voci, immagini, ricordi, sentimenti. E il fulcro di tutto questo è la figura di “Màt” Sicuri, così semplice eppure così ricca spiritualmente e ben voluta. Forse la più grande differenza tra ieri e oggi sta proprio qui: allora chi viveva senza dimora, per scelta o per disgrazia, non era emarginato dalla società, ma continuava a farne parte. Gli si offriva un pasto, un rifugio temporaneo dalle intemperie, una parola amica, un gesto sincero di solidarietà. Oggi vediamo che non è più così”.
“La storia di “Màt” Sicuri” continuano gli autori “è una storia di vita vera, e vorremmo che, anche grazie al nostro docufilm, risvegliasse le coscienze. Sicuri scelse di fare a meno di tutto, tranne che dell’aria per respirare, come amava ripetere, e questo ne fece un uomo libero e rispettato”.
In due anni il film ha fatto passi importanti ottenendo riconoscimenti. Dopo il successo all’Astra, è stato presentato in diversi concorsi superando le selezioni. Ha vinto il premio nella categoria Emilia-Romagna filmmakers all’ultimo Ferrara Film Festival.
E ora? Quale è il prossimo obiettivo? “Stiamo valutando di caricarlo su una piattaforma streaming in modo che il suo messaggio continui a circolare, anche sui mezzi più diffusi e utilizzati dagli spettatori”.
Non ultimo, uno sguardo ai protagonisti di tutto rispetto: Alvaro Evangelisti, diplomato all’Accademia di belle arti di Bologna, interprete di Sicuri e il celebre Alessandro Haber, già protagonista di 130 film, vincitore di un David di Donatello e quattro Nastri d’Argento per il cinema, nel ruolo di Dante Spaggiari, incisore di metalli preziosi, filosofo anarchico e autore di aforismi, ma soprattutto mentore di Sicuri.