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Le proposte di Legacoop Emilia-Romagna per una logistica sostenibile, semplice e sicura

La comunità internazionale si era già data obiettivi di contenimento dell’uso di carburanti di origine fossile e ora, con la ventata inflazionistica post-pandemica e il nuovo innalzamento dei prezzi dell’energia causato dall’aggressione russa alla Ucraina, raggiungere quei target è ancora più necessario e urgente.
“Da tempo – ha ricordato nel corso di un incontro con la stampa il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti – stiamo collaborando con il professore Ennio Cascetta, tra i massimi esperti di trasportistica a livello internazionale, e il suo team per elaborare una serie di progetti che hanno come obiettivo l’efficientamento della filiera logistica, la riduzione delle emissioni, il raggiungimento di standard di qualità che certifichino anche il rispetto dei livelli contrattuali e delle norme di sicurezza per quanto riguarda il lavoro del personale addetto alla logistica”.
Il progetto, illustrato e discusso nel corso di un convegno dal titolo “Una logistica sostenibile, semplice, sicura” è stato avviato da Legacoop Emilia-Romagna con il contributo di Coopfond, di Legacoop Nazionale e di Legacoop Produzione e Servizi con la collaborazione di Unipol. Vede il coinvolgimento di diverse cooperative e della Regione Emilia-Romagna ed è aperto ai contributi delle associazioni che danno vita all’Alleanza delle Cooperative (oltre a Legacoop, Confcooperative e Agci), delle altre associazioni d’impresa, come CNA, Confartigianato e Confindustria con le quali ci sono già state occasioni di confronto, delle organizzazioni sindacali, delle altre regioni a partire da quelle limitrofe.
“Il nostro obiettivo – ha sottolineato Monti – è dare gambe a un rinnovamento radicale della filiera logistica, a partire dalla formazione e dall’adozione di sistemi di certificazione, che parta dall’assunto che questa funzione non deve essere vista solo come un costo da comprimere, con tutte le storture che ne derivano, ma per ciò che è, ovvero una parte decisiva della catena del valore che contribuisce attraverso la formazione, l’innovazione, la digitalizzazione ai risultati economici, sociali e ambientali delle imprese e delle comunità”.
Il convegno ha avuto come punto centrale la relazione del professor Ennio Cascetta e ha visto la partecipazione, oltre che dell’Istituto dei trasporti e della logistica con il dottor Mauro Bardi, di Mauro Bonaretti, in rappresentanza del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, degli assessori regionali Irene Priolo, Andrea Corsini e Vincenzo Colla e del presidente di Coopfond e di Legacoop Nazionale Mauro Lusetti che si sono confrontati in una tavola rotonda coordinata dal giornalista Dario Di Vico.
“Le questioni sul tappeto sono rilevanti e, spesso, irrisolte da tempo – ha ricordato Monti –, a partire dalle strozzature della rete logistica che nella nostra regione producono ogni anno un aggravio di costi nel trasporto delle merci pari a 1 miliardo e 350 milioni di euro, 500 milioni dei quali nella sola area di Bologna con conseguente lievitazione anche dell’impatto sull’ambiente in termini di gas di scarico e di consumi di energia fossile”.
Strozzature che vanno affrontate e risolte attraverso interventi sulla rete infrastrutturale, il potenziamento e la valorizzazione del Corridoio Adriatico e del porto di Ravenna, le Zone Logistiche Semplificate, la direttrice del Brennero e l’Autostrada Cispadana, il ruolo cruciale dell’Interporto di Bologna fino alle questioni che riguardano i collegamenti con i porti liguri.
“L’intermodalità – ha ricordato Monti – è indispensabile per spostare merci e persone dalla gomma, ma, realisticamente, il trasporto su gomma resterà prevalente ancora per i prossimi anni. Se pensiamo che per produrre una tonnellata di barrette di cereali si producono 149 kg di CO2 equivalente e che per trasportare la stessa tonnellata si producono 356 kg di CO2 equivalente comprendiamo immediatamente come sia urgente intervenire per migliorare le prestazioni e diminuire drasticamente le emissioni. Questo può avvenire solo attraverso uno sforzo comune e incentivi che premino le imprese che investono in questa direzione”.
Proprio in virtù delle caratteristiche strategiche che ha la logistica, questo tema rappresenta una componente molto significativa all’interno degli obiettivi definiti dal “Patto per il lavoro e per il clima” della Regione Emilia-Romagna e va valorizzato riservandogli lo spazio che merita.
“Vi è necessità di un forte coordinamento, di una visione unitaria che guidi l’uso delle risorse contenute nelle varie linee di politiche pubbliche – ha insistito Monti – che in un modo o nell’altro impattano la questione logistica. Faccio riferimento ai fondi PNRR per la logistica agricola, quelli per la digitalizzazione, i nuovi contratti di filiera del settore agroindustriale, le attività formative per lo sviluppo delle nuove competenze e per la valorizzazione della risorsa lavoro in tutte le filiere della logistica, le normative cogenti legate alla qualità dell’aria, la qualità del trasporto locale per garantire i diritti di mobilità nelle aree fragili, eccetera, per le quali è evidente la necessità di un coordinamento tra le misure europee, nazionali, regionali a partire dall’utilizzo, nel prossimo settennato, dei fondi strutturali e della smart specialisation strategy, la cosiddetta S3. Tanti strumenti che vanno assolutamente coordinati tra loro”.

SCHEDA
Un primo elenco di iniziative possibili, di strumenti da offrire alle imprese per la certificazione consente di rendersi conto della complessità di un compito che può venire sostenuto dal lancio di bandi per l’incentivazione di azioni di qualificazione delle attività che vadano verso la sostenibilità, certificate da enti riconosciuti.
Per esempio:

  1. Nel campo delle attività formative Guida sicura, reclutamento autisti: un progetto pluriennale che punti alla promozione della nuova figura professionale dell’autista di mezzi complessi
  2. Sostituzione dei mezzi con mezzi certificati (in complementarietà con fondi nazionali)
  3. Diminuzione delle emissioni: uso di carburanti sostenibili. Qui vi è la possibilità di costruire un Progetto di filiera corta: dai produttori di biocarburanti agli utilizzatori
  4. Installazione Green Box (in accordo con Progetto di ricerca misurazione Co2) e dichiarazione del carbon footprint. Leggere i risultati anche nella dimensione della filiera.
  5. Incentivi alla digitalizzazione della gestione dei trasporti tra domanda e operatori della logistica (piattaforme, etc). Alcuni progetti da definire, con obiettivo di rendere più efficiente il trasporto (ridurre i viaggi a vuoto, etc.).
  6. incentivare la partecipazione a Corsi di sensibilizzazione per una logistica sostenibile che coinvolgano, secondo i risultati della ricerca, tutti i soggetti che si occupano di logistica (aumentare la consapevolezza degli operatori)