Il nostro sistema economico e sociale sta affrontando uno stress test ancora più sfidante di quello vissuto nei mesi più duri della pandemia. Migliaia di imprese e di lavoratori rischiano di non poter proseguire le attività con costi energetici che rendono insostenibili i conti.
È urgente e necessario aiutare le imprese ad affrontare questa congiuntura: fra tutte le opzioni, la più auspicabile è quella di un accordo europeo per definire un tetto ai costi energetici limitando così la speculazione folle oggi in corso.
È oggi evidente quale sia l’effetto dell’aver messo fine all’esperienza di governo Draghi per appetiti elettorali e interessi miseramente di parte. L’autorevolezza di un premier in pieno esercizio come Mario Draghi sarebbe stata quanto mai necessaria oggi per fra convergere gli interessi degli stati membri verso un’idea solidale e prospettica dell’Europa.
In assenza di un price cap europeo sarà comunque fondamentale avere strumenti di sostegno alle imprese dei settori più dipendenti dalla componente energetica e altrettanto fondamentale sarà con realismo predisporre un piano di contenimento dei consumi.
Oltre alle imprese, le famiglie avranno un autunno durissimo da affrontare con un’inflazione intorno al 10% che non risparmierà le spese per la scuola. Non è più derogabile un significativo taglio del cuneo fiscale e un sostegno al reddito per le fasce più deboli. Sul fronte dei prezzi alimentari, come Legacoop, abbiamo un punto di osservazione privilegiato, associando cooperative che producono, trasformano e distribuiscono prodotti alimentari. In questi primi mesi del 2022 l’aumento dei costi derivati dal caro energia e dalla straordinaria siccità è stato trattenuto all’interno della filiera, ma se continua così si mette a rischio la stabilità delle cooperative.
La sostenibilità nei conti pubblici di interventi così significativi va ricercata con un’intesa europea pari a quella espressa durante la pandemia ma anche con equità e giustizia nella nostra spesa pubblica. Vanno toccati gli extra profitti delle società energetiche, il mix delle aliquote IVA e soprattutto tolte dal panorama futuro idee che vanno in direzione opposta come di una flat tax che premia i redditi alti, esce dalla progressività fiscale dettata dalla costituzione e non permette ridistribuzione della ricchezza.
In controluce, rimane chiara l’immagine di un paese che deve correre sulle energie rinnovabili, sulla diversificazione delle fonti ma con realismo e pragmatismo, sapendo che abbiamo bisogno di tempo per raggiungere risultati sistemici. In questo, una parte significativa potrà svolgerla anche lo specifico cooperativo, sviluppando comunità energetiche e cooperative di comunità che possano affrontare gli investimenti con più forza rispetto alle singole individualità.