Mauro Lusetti, presidente nazionale della Lega delle Cooperative, che è assieme a Confcooperative la maggiore centrale cooperativa con 8 milioni di soci e più di 15 mila imprese associate, ha partecipato stamani in veste di relatore ad un seminario su “Cooperazione di comunità e identità cooperativa” organizzato dalla Federazione Trentina della Cooperazione. L’iniziativa era rivolta ai componenti del Comitato di settore delle cooperative di lavoro, sociali, servizio e abitazione (Lssa) della Federazione e ai rappresentanti di Euricse e della Fondazione De Marchi. Il seminario è stato aperto da Marina Castaldo, vicepresidente vicaria della Federazione.
Lusetti, ai vertici di Legacoop dal 2014, ha sottolineato la tendenza in corso di uno Stato che si ritira dai suoi compiti e di una società che deve auto organizzarsi in un’ottica di sussidiarietà, avendo cura della sostenibilità delle proprie azioni, che può essere favorita dalla tecnologia e dall’uso delle reti. Le cooperative di comunità, ha riferito Lusetti, rispondono ad una molteplicità di bisogni delle piccole comunità, come la gestione di beni comuni di tipo architettonico, di servizi, di attività di natura turistica che forniscono entrate preziose per la loro sopravvivenza. Il modello delle cooperative di comunità, che si è sviluppato nelle zone appenniniche, si presta – secondo il presidente di Legacoop – ad essere replicato in tutto il Paese: “l’importante è che risponda ai bisogni che emergono dalle comunità e non ai problemi di riorganizzazione dello Stato o degli enti locali”. “Questa crisi – ha aggiunto – ci ha consegnato la consapevolezza che possiamo vivere consumando meno”.
Allargando la sua analisi alla politica, Lusetti ha espresso una valutazione complessivamente positiva, anche per le cooperative, sulla legge di stabilità varata nei giorni scorsi dal Governo: “È espressione di fiducia verso il futuro. Nei singoli provvedimenti c’è sicuramente la possibilità di migliorare; nelle audizioni e nel percorso parlamentare ci auguriamo che questo avvenga”.
Sulle caratteristiche della cooperativa di comunità, si è soffermato Carlo Borzaga, economista, presidente di Euricse: “E’ un’impresa, con un forte orientamento verso la comunità di cui è espressione, che produce servizi in modo professionale, non un’associazione. È gestita sulla base di principi di inclusione (porta aperta) e di democrazia (una testa, un voto). Si pone come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita di tutta la comunità”.
Le coop di comunità, ha precisato il docente, rappresentano ancora un fenomeno di contenute dimensioni. “Occorre che il movimento cooperativo si faccia carico di una proposta per sostenere queste nuove forme imprenditoriali”.
Il seminario si è arricchito della testimonianza di Donatella Basteri, presidente della cooperativa di comunità 100 laghi, fondata nel 2011 a Corniglio, in provincia di Parma, un piccolo centro a 950 metri di altitudine sull’Appennino Tosco Emiliano. La 100 laghi, che occupa stabilmente due dipendenti a cui si aggiungono una decina di lavoratori con contratti a tempo determinato, ha permesso di rafforzare il senso di comunità di Corniglio. La cooperativa opera nel sociale (ludoteca, centri estivi, centri anziani), in campo turistico (gestione di due ostelli), nella promozione del territorio attraverso una agenzia che cura l’incoming.